domenica 26 febbraio 2012

La gente mi diverte e mi spaventa
come un film uno spettacolo da vedere
da seduto e da lontano
pausa primo tempo
e birra per digerire.
Inutile gente
pensano di saper pensare
e si trafiggono di insulti
su un gol male segnato
o non assegnato
e un risultato che a cambiar gli ordini degli addendi
non cambia perché non c'è.
Io e la gente.
Rapporto strano
conflitto aperto con la stupidità
e loro la portano nei taschini
e la chiudono nelle cassaforti
e ci girano a braccetto la domenica
amanti del bel vestire e del nulla essere
le mie clarks ti dicono che ho gusto
le tue clarks mi fanno vomitare.

sabato 25 febbraio 2012

Quasi una settimana in casa in balia dell'influenza e ti svegli con un occhio gonfio come pestato da qualche sogno, qualche speranza che te le ha date di santa ragione. La notte porta consigli e qualche livido, lascia segni e si prende il resto. Vagolo in cucina come un clandestino. Poi la vita mi chiama e mi strattona. C'è da lavarsi da una settimana di letto, c'è da ripulirsi da malanni e microbi. Esco col cane e la buona volontà al guinzaglio... farò una corsa, una lunga corsa depurativa. Il mondo come tapirulan e il benessere al di là del prossimo avvallo. Se torno vivo ve lo dico.

giovedì 23 febbraio 2012

Stasera leggo Bukowsky
ho il pc acceso
la tv va da sola
la birra stappata
la noia nell'aria
l'acquario in stand-by
il neon sa di bianco
il muro di muffa
l'anima è al contrario
il cuore sgonfio.
Leggo e mi ritorna la voglia di dirvi
che ho provato a fare
ma la gente tira il suo freno a mano
a suo modo
la gente ti frega
e i momenti sono istanti
lunghissimi
che invecchiano
anche i ricordi
e il solo esserci
è un vincere
che assaporo solo io.
Non sono migliore di molti
ma di molti il migliore
e spesso me ne vergogno
di cotanta superficiale cultura.
C'è da leggere il mondo dopo tutti i libri
e siamo irrimediabilmente in ritardo.
Resta solo da spostare le lancette
ed inorgoglirsi della nostra
stupidità.
DAL MIO VECCHIO BLOG


sabato, 06 ottobre 2007


Non è colpa mia

Se l’autunno assassino uccide foglie

Inermi

A colpi di vento

E non è colpa mia

Se la notte riesce a rubarsi sempre il giorno

E le ombre decidono di andare con lei

Non è mia la colpa

Se il neon sopra di me sta morendo

E lascia gli ultimi lampi

Di follia controllata

E non è mia la colpa

Se rimasto solo ho solo trovato

Un percorso percorso da un nuovo me

Non è colpa mia se lo stereo

Manda ancora musica buona

Ed il bicchiere viene sempre riempito

Dopo l’ultimo “salute”

E il cane scodinzola di continuo

E forse dopo una serie di pioggia/sole/pioggia/pioggia/sole

Il giardino dietro casa si guarnisce di erba nuova

Non è colpa mia se dopo un pianto un sorriso mi sfugge dai denti

E se la pasta mi ottura una carie

Non è mia la colpa se ci provo e di culo mi riesce

Non è colpa mia se tutto questo far nulla mi porta

Alla fine ad aver fatto qualcosa…

Forse la colpa non è mia se il mondo si sente offeso.
La casa puzza di merda di gatto
è che il mio gatto quando caga si fa sentire
non resta dietro nella classifica
qui non si gioca per partecipare.
Fanno la loro vita e nulla chiedono
i miei gatti
solo cibo e un posto per cagare.
Che in fondo è l'unico scopo
per l'uomo mortale.
Per sempre
Io t'odio?! . . . Non t'amo più, vedi,
non t'amo. . . Ricordi quel giorno?
Lontano portavano i piedi
un cuor che pensava al ritorno.
E dunque tornai. . . tu non c'eri.
Per casa era un'eco dell'ieri,
d'un lungo promettere. E meco
di te portai sola quell'eco:
Per sempre!

Non t'odio. Ma l'eco sommessa
di quella infinita promessa
vien meco, e mi batte nel cuore
col palpito trito dell'ore;
mi strilla nel cuore col grido
d'implume caduto dal nido:
Per sempre!

Non t'amo. Io guardai, col sorriso,
nel fiore del molle tuo letto.
Ha tutti i tuoi occhi, ma il viso
non tuo. E baciai quel visetto
straniero, senz'urto alle vene.
Le dissi: «E a me, mi vuoi bene? »
«Sì, tanto! » E i tuoi occhi in me fisse.
«Per sempre? » le dissi. Mi disse:
Per sempre!

Risposi: «Sei bimba e non sai
Per sempre che voglia dir mai! »
Rispose: «Non so che vuol dire? »
Per sempre vuol dire Morire. . .
sì: addormentarsi la sera:
restare così come s'era,
Per sempre!

Pascoli
Alla mia nazione
Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.

Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

P.P. Pasolini

lunedì 13 febbraio 2012

presa dal vecchio post, quando Marianna era un ipotesi e adesso è Marianna (a Fabrizio Magrini)

sabato, 29 settembre 2007
Tu e le tue notizie bomba/ tu che non ti scomponi/ tu che dici vedrò che sarà/ tu che sai d'amare ma non sai l'amore/ tu che sai l'amore ma il mondo non sa te/ tu che dici andrò a Barcellona perchè a Malpensa col cazzo/ tu che dici ma in caso poi come ci si vede?/ tu che di assenzio ne chiedi uno ma poi hai l'amico che ti ci affoga/ tu che mi regali un tuo quadro per il bar con una dedica troppo bella/ tu che la dedica è per me, ma cazzo se ti ci ritrovi/ tu che si è provato a bere tutte le birre e la cameriera poi ci avrà mandato a cagare/ tu che non si ha una lira ma oggi vai al casinò a Lugano/ tu che mi hai chiesto di venire ma ho meno soldi di te/ tu che se vinci qualcosa me lo dai al bar/ tu che insieme si prende per il culo Gallo che il mondo l'ha fatto sfigato/ tu che a parlare di sfighe qui è meglio star zitti/ tu che mi dici dormi da Gallo ma con me ho sector e rischio come voglio/ tu che ci siamo capiti da 15 anni/ tu che è da un po' che invece di ciccio mi chiami sentimento/ tu che se questa volta svolti lo fai sul serio/ tu che se fosse sarei zio?/ tu che se te la dedico mi mandi a cagare/ tu ed io che abbiamo passato una serata da paura/ tu ed io che "mosche da bar" ci fa una sega.
Tu che se chiami, lo sai, io volo.
Nel silenzio di un istante
la testa cade nel cuscino
il cervello chiude al razionale
un colpo d'arma da sonno
fantasia che riprende i suoi spazi
volare volare volare più in alto del sole
o annaspare quaggiù
tra mille beni e il bene mai
il dare vince sempre sull'avere
e all'ora manca il suo ultimo toc
io rubato tutti i suoi tic
che mi contraddistinguono
nel vivere lento quotidiano istante.

domenica 12 febbraio 2012

alla mattina e al mondo bianco , buongiorno. e al freddo pungente e a un cane che piange , buongiorno. al sogno andato e all'altro che deve venire , buongiorno. a me che scrivo e all'acqua che bolle , buongiorno. e a te che c'eri poco fa, poco prima, appena prima dell'inverno, così freddo e troppo bianco, che mi dissi vado e dissi sì, che non tornasti in tempo e la neve ci travolse. buongiorno a te che possiedi ancora questi spazi. ma non li hai portati via con te.

sabato 11 febbraio 2012

neve e ancora neve. la gente è pazza sotto la neve. paura di non poterne uscire da tutto quel bianco. in panico danzano sui ghiacci ed urlano e si lamentano fino all'ultimo fiocco. ed il mondo se ne frega e continua a pinagere di bianco sporco su queste carni.